Leo Ortolani ha saputo fondere la passione che il popolo italiano ha sempre manifestato per i supereroi alla capacità di non prendersi e non prendere quasi nulla sul serio. Come lo stesso artista pisano ha affermato, quello italiano è un popolo dissacratorio, che tende a tirare nel fango tutto ciò che nasce serio e vorrebbe rimanere tale.
Se in America il fumetto supereroistico è quasi una fede incrollabile e i personaggi dei grandi colossi Marvel e DC Comics accompagnano la vita di tutti i giorni dei cittadini statunitensi, nel Bel Paese un supereroe verrebbe preso sul serio solo se portatore di quegli stessi vizi che l’italiano medio ostenta con soddisfazione e orgoglio. Ecco perché Rat-Man, la creazione di Leo Ortolani, è uno dei personaggi più amati del fumetto italiano.
Un ratto senza limiti
Rat-Man nasce a tutti gli effetti nel 1989, quando Ortolani propone il personaggio alla casa editrice Comic Art. Da quel momento il suo successo diventa inarrestabile grazie alla sua capacità di reinventarsi e di sapersi adattare ai mille abiti che Leo Ortolani gli cuce addosso. Le storie di Rat-Man hanno attraversato in chiave comica e dissacrante i mondi più amati dal pubblico di riferimento.
Alle canoniche avventure di Rat-Man, sono seguite negli anni parodie di opere di ogni genere – dalla fantascienza al fantasy, dall’horror ai film di guerra – cosa che ha portato, tra le mani dei lettori italiani, fumetti con le storie più sconclusionate e divertenti di sempre. Nascono così Venerdì 12, Star Rats, Ratto e Ratto II – La Vendetta, Il Signore dei Ratti, Avarat, Ratolik e tante altre incarnazioni del personaggio di Ortolani. Il fumettista toscano dice, in maniera molto ironica, durante l’intervista rilasciataci in occasione del Comicon 2017, di essere “uno che tocca gli universi”.

Lascia una risposta