La scena indie è fatta anche di piccole perle nascoste, talmente ben celate che chi non ha voglia di scavare a fondo non troverà mai. Cercare su Steam o sui vari store il nostro indie preferito è un’operazione oggi praticamente quotidiana, ma al di fuori di questi negozi digitali esiste un sottobosco di indie sconosciuti che ancora non sono riusciti a emergere e, forse, non ci riusciranno mai. Letter To A Friend è uno di questi casi, un gioco che sembra uscir fuori direttamente da una crepa sul confine tra il mondo dei vivi e gli Inferi.
Il videogioco è stato sviluppato da una sola persona, Christoph Frey, che ne ha curato la grafica, la storia e il sonoro. Letter To A Friend è un horror in prima persona che a prima vista può lasciare spiazzati per un dettaglio grafico quasi del tutto assente e una storia apparentemente illogica. Il titolo indie, va subito specificato, dura non più di una decina di minuti ma è anche scaricabile gratuitamente. Andiamo a vedere perché Letter To A Friend ci ha colpiti positivamente.
Letter To A Friend: ch ha paura delle stazioni?
Le stazioni evocano vari stati d’animo: la nostalgia per persone e luoghi che abbiamo dovuto abbandonare, malinconia per lo stridere del treno sui binari che ci preannuncia la fine di un periodo felice, ma anche gioia perché qualcosa di bello potrebbe attenderci una volta scesi dalla carrozza. Immaginate, però, di ritrovarvi immersi nell’oscurità, sulla banchina di una stazione, in attesa che il vostro treno arrivi a portarvi via. Non c’è anima viva, siete l’unico passeggero, all’improvviso si insinua in voi il dubbio che qualcuno vi stia guardando.
Le stazioni, in una notte fredda e silenziosa, possono scatenare ansia e tensione e su questi sentimenti si basa il titolo di Frey. Letter To A Friend vi metterà nei panni di un uomo di cui non sappiamo assolutamente nulla. Le uniche informazioni che potremo raccogliere su di lui sono all’interno di una lettera che, man mano, verrà svelata. Non ne sapremo molto di più, a dire il vero, anzi, la confusione aumenterà a ogni stralcio di quella missiva che leggeremo.
Lo scopo del gioco è quello di camminare su e giù per la banchina in attesa che arrivi il treno. L’interazione è ridotta all’osso con il tasto E della nostra tastiera che ci servirà solo per aprire la porta del bagno della stazione e per pochi altri gesti. La stazione è avvolta dalla tenebra, le poche luci mettono in risalto una panchina e un parapetto da cui il protagonista potrà affacciarsi.
Siamo davvero soli?
Quando si è soli e i nostri occhi non riescono a vedere ciò che ci circonda, l’immaginazione tira dei brutti scherzi. Mentre attenderemo il nostro treno, nell’arco di questi dieci minuti di gioco, delle sagome sinistre faranno la loro comparsa. Non sembrano altri viandanti, anzi, non sembrano neanche amichevoli. È l’atmosfera che regna in quella stazione a farci vedere qualcosa che non vedremmo se fosse giorno o davvero non siamo soli?
Perché il protagonista sembra avere tanta fretta di prendere il treno e ricongiungersi all’amico? È quesstione di vita o di morte o semplicemente vuole fuggire da quelle ombre? Forse è il passato il vero nemico da cui si vuole scappare e quel binario è l’unica strada per dimenticare qualcosa di terrificante.
Tutte congetture probabilmente. Quell’uomo non ha nulla da nascondere e in quella stazione non c’è nessuno a parte lui. L’immaginazione si muove velocissima, proprio come un treno in corsa, e l’oscurità non fa altro che accendere il fuoco della fantasia.
Un manifesto della paura
Ciò che ci ha colpiti di Letter To A Friend è la sua natura così minimalista in qualsiasi aspetto (grafica del tutto incentrata sull’oscurità e che un occhio poco esperto potrebbe faticare a focalizzare, sonoro che si limita all’essenziale e anche meno) capace però di ergersi a manifesto della paura. Il titolo sembra davvero uscito dal deep web, dando al giocatore un senso di insicurezza e di disagio.
Il fatto che esso sia stato sviluppato in sole 48 ore durante l’Asylum Jam 2015, rende ancora più onore a Christoph Frey che è riuscito con pochi fronzoli a creare un’esperienza disturbante, non per gli occhi o lo stomaco, ma per la mente. Letter To A Friend è un manifesto sulle fobie umane, che riesce a spiegare come esse riescano a influenzare anche i gesti più semplici come può essere quello di andare a prendere un treno.
Come abbiamo già detto, il gioco è gratuito e può essere scaricato cliccando qui.

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