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The Graveyard: il “non gioco” che fatichiamo a capire

La scena indie non regala sempre perle di rara bellezza, esistono anche casi di titoli che proprio si fatica a comprendere. Le buone intenzioni degli sviluppatori non sono da mettere in dubbio, ma a volte fare indie sembra essere diventato un alibi. Lo sviluppo di un gioco indie non può essere visto sempre e comunque come una pratica positiva per l’industria, non si può cadere sempre nell’equivoco: è un indie, quindi è bello. The Graveyard è un “non gioco” che proprio fatichiamo a capire o, almeno, riusciamo anche a comprenderne le sfaccettature ma tutto risulta forzato e volto a una costante volontà di cercare qualcosa di artistico che proprio non c’è. Ma andiamo per gradi: cos’è The Graveyard?

The Graveyard: guida la vecchietta nel cimitero

 

The GraveyardThe Graveyard è un titolo di una semplicità disarmante nelle sue dinamiche: si guida un’anziana donna all’interno di un cimitero per far visita al marito defunto. Tutto qui? Vorremmo dire di no, ma purtroppo è così. L’incipit sarebbe anche interessante, se non fosse che l’incipit è anche la stazione finale della nostra corsa. Una corsa che dura un paio di minuti: il tempo di far fare alla vecchietta il percorso obbligato – tutto dritto – farla arrivare nei pressi di una panchina, ascoltare la canzone che racconta il “background”, se così si può chiamare, della signora, farla rialzare e uscire dal cimitero ripercorrendo la strada dritta di cui sopra. Se si prova ad uscire dal seminato andando a destra o a sinistra, semplicemente la vecchietta sparirà dal monitor ma l’immagine rimarrà fissa sul sentiero centrale, l’unico giusto.

Un’anziana signora che fa visita al marito defunto e percorre un cimitero, quindi, un luogo dove molte vite ormai spente sono riunite. Messa così poteva far pensare a qualcosa di altamente profondo e filosofico. Ci sarebbe piaciuto, infatti, raccontare di come The Graveyard narrasse con dolcezza i temi importanti dell’esistenza: la caducità della vita, il destino che non può essere ingannato, il ricordo dei propri cari che ormai non ci sono più, la vita oltre la morte… e invece no, tutto questo non siamo riusciti a vederlo. Forse siamo diventati cinici, forse l’abbiamo giocato con supponenza e qualche pregiudizio, ma proprio non siamo riusciti a comprendere The Graveyard.

Un walking simulator rabberciato

 

The GraveyardQuello dei walking simulator è un genere ormai consolidato. Talmente consolidato che, come abbiamo detto prima, potrebbe essere usato come pretesto per sviluppare un gioco senza particolari meriti narrativi e artistici spacciandolo per qualcosa di rivoluzionario. Se poi questo gioco non dovesse piacere, la colpa allora sarebbe del giocatore medio che non riesce a vedere oltre il proprio naso. Avrà pensato questo Tales of Tales, la software house belga che ha sviluppato The Graveyard. Ci dispiace ancora ribadirlo, ma il loro videogioco non riusciamo a capirlo. Non percepiamo né l’impegno di strutturare qualcosa di diverso dagli altri walking simulator né la volontà di prendere il meglio da essi, di emularli. The Graveyard ci sembra un giochino senza importanza.

È gratis, direte voi. Non è proprio così. The Graveyard, diponibile per Microsoft Windows, Android, iOS e Mac, presenta due versioni. Una è gratuita, l’altra costa cinque dollari. Ci saranno delle cutscenes che spiegano meglio la vicenda, com’è morto il marito, delle nuove abientazioni da esplorare, direte voi. No, niente di tutto questo. La versione a pagamento di The Graveyard presenta un’unica differenza: la morte della protagonista. Non si tratta di uno spoiler, infatti, finendo la versione trial del gioco gli stessi sviluppatori hanno inserito un messaggio in cui consigliano di acquistare la versione a pagamento per vivere una nuova esperienza: la morte.

Insomma, una sorta di finale segreto in cui la povera vecchietta non si ralzerà più dalla panchina. Questa a noi sembra cattiveria gratuita… anzi, nemmeno gratuita, ma al costo di cinque dollari. Cliccando qui potrete visitare la pagina Steam dove acquistare The Graveyard. Noi ve la mettiamo, ma sinceramente vi consigliamo di non cliccare proprio.

Voto: S.V.

 

 

Laureato in Lettere Moderne, appassionato di videogiochi ormai da tanto, troppo tempo. Il suo genere preferito è il survival horror. Adora la saga di Silent Hill

Laureato in Lettere Moderne, appassionato di videogiochi ormai da tanto, troppo tempo. Il suo genere preferito è il survival horror. Adora la saga di Silent Hill

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