Quello dei videogiochi indie è un universo sempre in espansione, anche se spesso vediamo cloni su cloni, prodotti senza anima gettati in pasto agli store a pochi centesimi e tanti altri a prezzi fin troppo alti per la loro qualità non certo eccelsa. La scena indie, però, è anche costellata da titoli di valore inaspettato che rendono onore al genere. Abbiamo, qualche settimana fa, parlato di Liyla and the Shadows of War, gioco ambientato durante il conflitto nella Striscia di Gaza che ci ha colpito molto. Questa volta vogliamo parlare di The End of the World, videogioco sviluppato da Sean Wenham e disponibile su Google Play e App Store.
The End of the World: fine di un amore
Cosa sarà mai la fine di un amore? Ci si dispera per un po’, si cercano espedienti, a volte poco ortodossi e salutari, per non soffrire la perdita della persona amata, ma poi ci si riprende più forti di prima. Per alcune persone, però, non è così semplice riprendere le redini della propria vita dopo la fine di un amore vissuto intensamente. Per molti può sembrare davvero la fine del mondo, quella del titolo che fin da subito suggerisce un videogioco non certo rasserenante e improntato sulla positività. The End of the World è un prodotto che vuole narrare una storia malinconica, senza fare falsi proclami, senza dare ancore di salvezza: la fine di una storia d’amore può essere devastante e portare alla fine del mondo.
Sean Wenham ci racconta questo con un gioco a scorrimento laterale, il cui protagonista è un ragazzo innamorato e per questo straziato. La storia è ambientata nella città inglese di Newcastle, le cui strade e gli edifici sembrano essere stati bombardati, regalandoci così uno scenario apocalittico. In realtà a Newcastle non è successo nulla che possa giustificare il disfacimento del paesaggio, anzi, sì, qualcosa è accaduto: quel ragazzo non ha più al suo fianco la donna che tanto ha amato. Il suo animo è a pezzi, quindi, anche ciò che lo circonda lo è. La grafica di The End of the World è un esempio del gusto artistico che gli indie possono offrire: lo stile ricorda i disegni fatti con gli acquerelli, l’atmosfera è ovattata e dalle tinte “bagnate”.
Il gameplay è, come abbiamo detto, quello di un gioco a scorrimento laterale. Potremo muovere il protagonista solo a destra e a sinistra dello schermo interagendo con pochissimi elementi dello scenario. Il gameplay non è profondissimo e risulta molto risicato, ma come spesso accade non è quello a cui puntava il game designer. La giocabilità è assolutamente ritagliata sul tipo di storia che Wenham ha voluto raccontare. Durante ogni singolo giorno in cui è diviso il gameplay, dovremo alzarci dal letto, vestirci, prendere un caffè, se siamo in vena, e affrontare la vita di tutti i giorni. Muovendoci a destra e a sinistra ripercorreremo i luoghi in cui i due giovani amanti erano felici ed è in questi frangenti che The End of the World dà il meglio.
In alto a destra, quando ci ritroveremo in un luogo caro al protagonista, apparirà un orologio. Cliccando e tenendo premuto su di esso, lo scenario cambierà colore, diventando più caldo e accogliente e potremo assistere a brevissime cutscenes o a immagini statiche che fotografano la vita del protagonista insieme al suo amore. Tutto questo si protrarrà per circa 20 minuti, non tantissimo ma il tempo necessario per la rappresentazione di questa storia breve ma intensa che si conclude con un climax di emozioni.
Il nostro consiglio è quello di dare una chance a The End of the World, non ve ne pentirete. Cliccando qui potrete visitare il sito che riporta i link per il download.

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