Una breve guida ai livelli di difficoltà dei videogiochi di cui non c’era assolutamente bisogno. Questo vuole essere ciò che ci accingiamo a scrivere. Una breve guida poco seria e che di autorevole non ha praticamente nulla, ma l’uomo per natura fa cose stupide. I giocatori hanno diversi modi di approcciare a un nuovo titolo, alcuni di essi sono molto discutibili. Qual è la prima cosa che fa un giocatore una volta inserito il disco nella console? A parte, ovviamente, aspettare le installazioni di patch rilasciate al day one, il gamer di ogni tempo e luogo sceglie il livello di difficoltà. La scelta può sembrare un fatto insignificante, senza alcuna importanza, ma in questa breve guida ai livelli di difficoltà scopriremo che non è così.
C’è chi lascia fuggire la propria giovinezza per decidere la build e le fattezze del proprio avatar (bel termine, vero?) prima di cimentarsi in un gioco di ruolo; questo può accadere anche nella schermata iniziale di un videogioco. A volte scegliere il livello di difficoltà può segnare a vita il percorso di un uomo.
Breve guida ai livelli di difficoltà: #Facile
Il livello di difficoltà facile nei videogiochi corrisponde al deep web su Internet: molti ci vanno o vorrebbero curiosare, ma nessuno lo ammette. Gli sviluppatori allegano ad esso un messaggio che solitamente fa così: Livello pensato per i giocatori che vogliono godersi la storia. Tutti, sotto sotto, sappiamo benissimo che gli sviluppatori avrebbero voluto scrivere ben altro: Livello pensato per i giocatori incapaci. Fa schifo anche a noi, ma lo mettiamo lo stesso altrimenti questo gioco non lo comprerebbe nessuno e non potremmo fare i big money.
Ma chi sceglie davvero il livello facile? I profili psicologici sono molteplici:
- Il terminagiochi compulsivo: colui che vuole finire i videogiochi il prima possibile per poterne acquistare altri e finire anche quelli. Pur non capendo un cavolo di ciò che sta giocando, per lui l’importante è portarlo a termine.
- L’apatico: non ha voglia di far nulla tutto il giorno, anche respirare per lui è una gran fatica. Perché impegnarsi più di tanto in un videogioco? Livello facile e tutti contenti.
- Don Abbondio: ricordate cosa faceva Don Abbondio (dei Promessi Sposi; meglio specificarlo, non si sa mai) quando vedeva dei ciottoli lungo il suo cammino? Li spostava con il piede per non avere intralci, seppur minimi. Ecco, il giocatore Don Abbondio non vuole intralci tra lui e la scena finale del gioco. Nemici troppo potenti, enigmi spaccacervello e mira manuale sono ciottoli da rimuovere senza pensarci due volte.
- Il menefreghista dei trofei: a lui dei trofei non importa niente, anzi, pensa che chi ne vada a caccia sia un fallito e uno sfigato. Giocare al livello facile rende spesso impossibile prendere il platino, il menefreghista lo sa e se ne sbatte totalmente.
- L’insicuro: ha poca stima di se stesso, pensa di non essere all’altezza di un gioco troppo difficile o anche solo mediamente complesso. Preferisce impostare il titolo sul livello più basso in modo da potersi guardare allo specchio senza la paura di incontrare il suo Io disgraziato.
- Lo smanettatore: avete presente Bayonetta? In quel gioco non solo esisteva un livello facile, ma addirittura una modalità “molto facile” che, a detta degli stessi sviluppatori, poteva essere portata a compimento giocando con una sola mano. Qui entra in gioco lo smanettatore che non può proprio fare a meno di tenere una mano libera in caso di necessità. Il livello facile è adatto ad ogni sua esigenza onanistica
Tutti questi profili hanno, però, una cosa in comune: il modo con cui fanno questa scelta impopolare. Diciamolo, impostare il livello facile non è ben visto dalla maggior parte dei gamers, i quali guardano con sospetto e, in taluni casi, con disprezzo chi lo fa. Quindi, che sia un insicuro o un menefreghista dei trofei, il selezionatore del livello facile lo fa con circospezione. Non vuole che ci siano testimoni che possano deriderlo, giudicarlo o, peggio, andare a raccontare ciò che hanno visto, come se si trattasse di torbide perversioni.
Ultime sciocchezze della breve guida ai livelli di difficoltà
Per terminare questo primo capitolo della breve guida ai livelli di difficoltà dei videogiochi dedicato al livello facile, bisogna analizzare altri due profili che non sono stati citati nella lista precedente: il piagnone e l’arrampicatore di specchi. Esistono casi di “giocatori facili” (non sono giocatori promiscui) a cui anche la scienza non è riuscita a dare spiegazioni convincenti e che, quindi, hanno bisogno di un paragrafo a parte. Il piagnone è, in parole povere, il giocatore che seleziona il livello facile, ma poi si lamenta. Un esempio pratico potrà chiarire il tutto:
Piagnone: ”Questo gioco è troppo semplice, dai. L’ho finito in due pomeriggi e l’ho pagato 70 euro”
Giocatore normale: “A che livello stai giocando?”
Piagnone: “Facile”
Giocatore normale: “Allora è ovvio, metti il livello difficile, diamine!
Piagnone: “Ti sei fatto un nemico molto potente”
Ora passiamo, invece, a spiegare il modus operandi dell’arrampicatore di specchi attraverso una sua tipica conversazione:
Arrampicatore: “Sono morto, accidenti, ma è solo perché il livello è impostato su facile e quindi la mia soglia di attenzione è molto bassa. Se avessi selezionato difficile, non sarei morto”
Giocatore normale: “Allora perché non hai scelto normale o difficile?”
Arrampicatore: “Prega Iddio di non incrociare più il mio cammino!”
Una nota a margine: esistono giochi che non hanno il livello facile, ma che partono direttamente dal livello normale. In questi casi, il giocatore che abbiamo descritto in questa prima parte della breve guida ai livelli di difficoltà inizierà a sudare freddo e ad avere allucinazioni audiovisive. In questi casi le soluzioni adottate saranno due: selezionare il livello normale sperando che lo sia solo di nome, ma non di fatto o riportare la copia al negozio nello stesso giorno in cui lo ha acquistato dicendo che quel genere non fa per lui.
Link: Breve guida ai livelli di difficoltà dei videogiochi – Seconda parte #Normale
Breve guida ai livelli di difficoltà dei videogiochi – Terza parte #Difficile

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