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Recensione Uncharted 4: A Thief’s End

In questi tre anni scarsi di generazione Playstation 4 ed Xbox One abbiamo potuto giocare a un buon numero di giochi interessanti e di notevole fattura: Batman Arkham Knight, il crepuscolo dell’uomo pipistrello, ci ha permesso di vestire appieno i panni del più tormentato eroe della DC Comics anche grazie all’introduzione della Batmobile; La Terra di Mezzo: l’Ombra di Mordor ha aperto un’interessante finestra sulla creazione dell’anello del potere, proponendo una storia di tutto rispetto, un gameplay ben fatto ed un sistema di “costruzione” dei nemici davvero “next gen”. Bloodborne e Dark Souls III hanno chiuso degnamente la serie di Miyazaki, regalandoci degli scorci di level design impareggiabili ed il caratteristico gameplay severo ma giusto. The Order 1886 e Quantum Break, anche se con delle riserve, hanno coraggiosamente portato l’immersione del giocatore e la narrativa cinematografica nei videogiochi verso nuovi orizzonti. Ultimo ma non per importanza, il recentissimo remake/reboot dello storico platform Playstation, Ratchet and Clank, ci ha fatto vivere un’esperienza in puro stile Disney Pixar.

Andando a scoprire l’altra faccia della medaglia però, già molte sono state le delusioni a volte mezze, a volte totali che hanno reso questi ultimi anni di gaming non sempre felici. Fallout 4, Street Fighter V, Star Wars Battlefront ma anche, e lo dico con la morte nel cuore, il “masterpiece con arti fantasma” Metal Gear Solid V The Phantom Pain, hanno spesso rappresentato per molti fan una vera e propria doccia fredda. Esiste però un’elitaria e ristretta categoria di videogiochi, quella dei capolavori, che in questa generazione ha avuto come unico rappresentante fino ad oggi il superbo The Witcher 3, un titolo completo sotto ogni punto di vista. Dico fino ad oggi, perché il 10 maggio è uscito Uncharted 4. Poche storie: il nuovo titolo di Naughty Dog non ha solo rivoluzionato la serie ma l’intero concetto di videogioco moderno. Cercando di riordinare il casino che ho in testa, tra momenti epici, stupore ed emozioni, cercherò di spiegarvi che cos’è Uncharted 4 e perché dovreste assolutamente averlo.

recensione uncharted 4

Il nostro eroe si trova sempre in guai peggiori

Storia ed ambientazione

 

Per chi non ne avesse mai giocato uno, la serie esclusiva di Sony narra le vicende avventurose “alla Indiana Jones” del cacciatore di tesori Nathan Drake. Prima da ragazzo e poi da adulto, Nathan conduce una vita al cardiopalma assieme all’amico e, possiamo dire, padre putativo, Victor Sullivan. Dopo aver rischiato più volte di morire durante le sue esplorazioni, Drake decide di ritirarsi per cercare di condurre una vita normale assieme alla giornalista conosciuta nel primo capitolo Elena Fisher, ora divenuta sua moglie. Sin dai primi momenti di vita quotidiana ci rendiamo conto che Nathan fa quel che può per vestire i panni di un uomo ordinario ma che, al contempo, sogna di tornare in azione per fare ciò che gli riesce meglio. La scusa perfetta si presenta quando Samuel Drake, suo fratello maggiore creduto morto 15 anni prima, bussa alla sua porta. Egli è in pericolo e se non troverà il tesoro del leggendario pirata Henry Avery verrà ucciso.

Senza fare spoiler su storia o ambientazioni posso solo dirvi che c’è da rimanere letteralmente sbalorditi. Arne Mayer non mentiva quando diceva che è l’Uncharted con più varietà di ambientazioni. Chi ha giocato le precedenti incarnazioni della serie su Playstation 3, resterà sbalordito quando scoprirà che è davvero possibile. Mi spiace per i fan di Amy Hennig, ma il cambio di direzione in fase letteraria del progetto, in favore di Bruce Straley e Neil Druckmann, ha giovato incredibilmente all’esperienza. Uncharted mantiene le basi più radicate che lo caratterizzano da sempre, ma durante il corso dell’avventura l’aura di The Last of Us non mancherà mai. L’incredibile livello della sceneggiatura misto a performance attoriali di un livello inusitato per il mondo videoludico, grazie anche all’utilizzo del real time motion capturing, permette anche ai momenti più piccoli ed “intimi” di risultare assolutamente credibili. Anche in titoli come The Order 1886 e Quantum Break è stata riposta enorme cura nella scelta degli attori e nel comparto narrativo ma qui forse, siamo ancora oltre.

recensione uncharted 4

Ottimo sistema di coperture

Le appena citate esperienze videoludiche avevano molto meno tempo da dedicare alle relazioni che intercorrevano tra i protagonisti, dato che essendo più brevi dovevano concentrarsi sull’avanzamento della trama. Uncharted 4 è lungo, prende il tempo che serve e non ha paura di iniziare in maniera più lenta dopo lo scoppiettante prologo, salvo poi condurre il ritmo alle stelle e calare il videogiocatore nelle sezioni di platforming e d’azione tra le migliori mai viste fino ad ora in un videogioco.

Gameplay

 

Obiettivamente, uno dei punti più carenti dei precedenti Uncharted era rappresentato dagli scontri a fuoco: feeling delle armi altalenante e animazioni delle “morti” nemiche non al top contribuivano ad assottigliare il coinvolgimento. Naughty Dog ha corretto praticamente del tutto queste problematiche. Sonoro delle armi, effetti dei colpi che impattano sui differenti materiali (sia audio che video), sono adesso tra i migliori di sempre. La tracolla dell’arma gestita completamente dalla fisica, la maggior parte degli oggetti distruttibili, esplosioni stellari ed un corpo a corpo di grande impatto cinematografico, sono un toccasana per coinvolgimento e divertimento. Finalmente i nemici muoiono come si deve.

recensione uncharted 4

Combattimenti corpo a corpo sempre più realistici

La fisica tiene conto delle superfici che i mercenari colpiscono cadendo e del tipo di proiettile che impatta contro di loro: ad esempio adesso, se spareremo un mercenario con un fucile a pompa, gli faremo fare un bel volo. Il sangue è ben reso ma ne avrei preferito una maggiore presenza. Sia chiaro, il gioco non è The Last of Us e non deve esserlo, ma qualche schizzo aggiuntivo di sangue non avrebbe fatto male. Molto carina l’introduzione di una vera stealth mode e la possibilità di ripetere gli scontri a fuoco (come in The Last of Us) in modo da affrontarli in tutti i modi possibili. Le animazioni di Nathan sono incredibilmente migliorate ed il lavoro svolto dai 28 animatori è ben visibile nelle splendide sezioni di platforming, o in quelle esplorative open world. Oltre a queste aree molto ampie, anche le sezioni più canoniche godranno di ottime possibilità d’esplorazione. Ricordiamo che nei precedenti capitoli, la scaletta o le pietruzze che permettevano al nostro eroe di arrampicarsi da qualche parte e proseguire nel gioco, davano una grande sensazione d’essere state messe li “ad arte”. Adesso quest’avanzamento forzato è stato quasi del tutto eliminato. Ci saranno più modi per proseguire nel livello e ci sembrerà tutto molto più naturale.

Comparto tecnico e sonoro

 

È consuetudine che all’E3 vengano mostrati dei reveal gameplay dei nuovi titoli in sviluppo. Altra certezza è che la qualità grafica finale del prodotto, nella maggior parte dei casi, non rispecchi quella dei gameplay d’annuncio. Perché nella maggior parte dei casi? Perché in Uncharted 4, l’impatto grafico complessivo è addirittura migliorato rispetto a quello dei gameplay mostrati alle fiere. Cito Sabaku no Maiku quando dice che “Uncharted 4 non ha settato nuovi standard. Non possiamo parlare di standard. Ci vorranno anni prima che quanto ho visto e giocato diventi standard”.

recensione uncharted 4

Uccidere con stile non è una perdita di tempo

Per cercare di farvi capire meglio l’abisso che separa Uncharted 4 dal resto dei videogiochi di questa generazione (includete anche i giochi su PC), vi farò gli esempi di due titoli che sul piano grafico sono assolutamente allo stesso livello: The Order 1886 e Quantum Break. Entrambi i titoli presentano un comparto grafico imponente ma per raggiungerlo hanno dovuto accettare enormi compromessi: si parla di una risoluzione a 900p con assenza di riflessi sulle superfici e scomparsa improvvisa dei cadaveri nemici, nel titolo di Sony, e di 720p upscalati a 1080p, muzzle flash degli spari renderizzati a bassa qualità e di nuovo scomparsa dei cadaveri nemici, per il titolo di Remedy. Non dimentichiamo che entrambi i giochi sono praticamente due binari, questa non vuole essere una critica ma serve sottolinearlo per rendere efficace il paragone.

Immaginate la stessa imponenza grafica a 1080p nativi unita ad una varietà semplicemente impressionante delle location, a mappe estese e brulicanti di dettagli, a riflessi full res sugli specchi, ad esplosioni, effetti e particellari fuori scala, a fisica dei fluidi e generale di altissimo livello e forse avrete in mente un’immagine parziale di cosa sia Uncharted 4. Il tutto, va detto, gira a 30 fps generalmente molto fluidi, con qualche calo qua e là soprattutto negli spostamenti improvvisi di telecamera, sotto le cascate ed in un particolare capitolo del gioco, il 17. Della sonorizzazione di armi ed ambienti ho già parlato, assolutamente convincenti ma preparatevi ad una colonna sonora altrettanto curata, firmata da Henry Jackman, compositore di quella di Captain America: Civil War, Winter Soldier ed Inside Out. Il tema principale di Nathan è azzeccatissimo col clima che respirerete all’interno dell’avventura per non parlare di alcuni pezzi memorabili come quelli delle sparatorie in Madagascar. Il doppiaggio italiano è come al solito molto buono ma si rilevano i soliti problemi di missaggio con la colonna internazionale. Detto ciò, è consigliata una seconda run in Inglese per godere appieno della grande prova attoriale di Baker, North e compagni.

Commento Finale

 

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Il numero di ambientazioni esplorabili è imponente

Nella mia prima run, ho trovato 67 tesori, un ottimo numero di pagine del diario e note trascritte. Consumando il tasto share (in media uno scatto ogni 30 secondi) e dedicando del sano tempo all’esplorazione, l’esperienza è durata 18 ore. Naughty Dog ha superato i compromessi e svelato molte magagne: ha dato riprova finale che le performances altalenanti di molti titoli su console non sono di certo dovute all’hardware limitato. La pioggia ed i riflessi sono troppo difficili da rendere? Giocate ad Uncharted 4. Una complessità grafica del genere mina la grandezza delle mappe e la longevità del gioco? Giocate ad Uncharted 4. Per completezza devo segnalare qualche compenetrazione poligonale, qualche calo di frame, qualche punto dove l’illuminazione è vistosamente pre calcolata ed alcuni frangenti dove i nemici non mi sono sembrati molto reattivi.

Questi difetti, presenti in ogni opera umana d’altronde, sono mosche in un palazzo dorato e non possono in alcun modo inficiare il voto finale di un’esperienza semplicemente indimenticabile. Fa male non poter parlare del finale, che a livello emotivo eguaglia quello di Metal Gear Solid 4, Red Dead Redemption, Metal Gear Solid 3, The Last of Us. Solo una cosa: se avete una PS4 dovete comprare Uncharted 4, un titolo che mette tristezza quando si realizza che vedere un altro lavoro del genere in questa generazione di console non sarà cosi scontato.

VOTO 9.6/10

 

 

Giuseppe Donte Carrabba
Chiamato “Donte” per la rivisitazione satirica della Divina Commedia al Liceo. Fondo in quel periodo la C&C Production , gruppo di cortometraggi indipendente assieme al mio amico Carlo. Finita la scuola, scelgo il percorso artistico frequentando e laureandomi all’Accademia di Belle Arti di Napoli in Cinema. Oggi sceneggio cortometraggi, scrivo di e recensisco videogiochi su Nerd Monday e sono impegnato in vari progetti youtube come 3GamersaCaso e The Gentlemen.
Penso che un periodo incerto come quello che stiamo vivendo sia esattamente il migliore per puntare tutto sui propri sogni!

Giuseppe Donte Carrabba
Chiamato "Donte" per la rivisitazione satirica della Divina Commedia al Liceo. Fondo in quel periodo la C&C Production , gruppo di cortometraggi indipendente assieme al mio amico Carlo. Finita la scuola, scelgo il percorso artistico frequentando e laureandomi all'Accademia di Belle Arti di Napoli in Cinema. Oggi sceneggio cortometraggi, scrivo di e recensisco videogiochi su Nerd Monday e sono impegnato in vari progetti youtube come 3GamersaCaso e The Gentlemen. Penso che un periodo incerto come quello che stiamo vivendo sia esattamente il migliore per puntare tutto sui propri sogni!

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