Di pochissime ore fa una notizia destinata a scatenare un polverone, udite, udite: Quantum Break durerà 7 ore compresi gli episodi live action e la raccolta di tutti gli oggetti collezionabili. Va premesso che per vedere tutte le scelte del gioco bisognerà giocarlo tre volte. Cosi ha precisato colui che lo ha concluso.
Alcuni stupidamente, già parlano di ritirare i preordini effettuati, altri reagiscono in maniera tutt’altro che lusinghiera nei confronti di Remedy, altri ancora gli hanno affibbiato il soprannome di “The Order della One”.
Ebbene è proprio il caso di analizzare la questione. Oggi siamo circondati da sparatutto in prima persona ed open world di altalenante qualità. Uno story driven con un gameplay solido e convincente, unito ad una trama cinematografica che si avvale di attori famosi per svilupparsi e, per la prima volta nella storia dei videogiochi, di una miniserie live action inclusa nell’esperienza, merita di essere colpito da un’ondata di pregiudizi? Assolutamente no. Sarebbe la stessa ondata che ha colpito lo sfortunato The Order 1886, titolo non privo di difetti, che però è stato completamente ed ingiustamente annientato dalla critica. Dell’appena citato si dice solo che è corto, che non è rigiocabile, che le boss fight non sono al top mentre si evita di evidenziare gli innumerevoli punti in cui il gioco invece eccelle.
Non solo Playstation VR ed Oculus Rift sono rivoluzioni del gaming. Rivoluzionare il mondo dei videogiochi è anche riuscire a portare la narrazione di una trama, ciò che si vuole trasmettere, ad un livello superiore. In quest’impresa pochissimi titoli hanno davvero avuto successo e Quantum Break, potrebbe essere uno di questi se gli si permetterà di dimostrare il suo valore senza averlo già condannato. È evidente che se il gioco presentasse delle pecche evidenti in altri ambiti sarebbe un immenso flop per la Microsoft, che proprio non può permettersi di floppare, specie in questo periodo, ma noi abbiamo fiducia in Remedy e voi?
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