Era il non troppo lontano luglio del 2015, quando Nintendo aveva alzato il sipario sul primo Splatfest ufficiale della sua ultima IP di successo: Splatoon. Da allora, i giocatori di tutto il mondo non hanno smesso di fronteggiarsi a suon di inchiostro. Ed è di questi giorni l’annuncio di un nuovo Splatfest, il decimo, da allora, che ha come tema “barbari contro ninja”.
Nato quasi in sordina, ha stupito alla sua prima apparizione; poi è scomparso. Riapparso poco tempo prima della sua messa in commercio ufficiale, Splatoon è diventato un vero e proprio fenomeno. Uno sparatutto con componenti platform in cui si fronteggiano dei calamari umanoidi (denominati Inkling), con i tempi che corrono, difficilmente avrebbe riscontrato un modesto successo. E invece, giorno dopo giorno, giocatore dopo giocatore, Splatoon ha superato un milione di copie vendute, aggiudicandosi anche il titolo di “miglior sparatutto” nei Game Awards.
Qual è il motivo di tutto questo successo e dello scoppio del fenomeno Splatoon?
Splattare o essere splattati
Lo scopo del gioco è tanto semplice quanto straniante rispetto al genere di riferimento. Non vince chi effettua il maggior numero di uccisioni, ma chi, allo scadere del tempo, ha maggiormente riempito la mappa di gioco del colore della propria squadra.
Oltre allo stravolgimento del genere, alla base di quest’osservazione c’è un altro elemento, oserei dire, rivoluzionario per il periodo che stiamo vivendo: il colore. La maggior parte degli sparatutto più in voga al momento, come Call of Duty o Battlefield, ma anche quelli che tentano di competere con questi “pesi massimi”, hanno tinte oscure, realistiche, con scelte cromatiche coerentemente cupe. Splatoon, invece, è la ribalta del colore, e lo si intuisce già dalla copertina: viola, arancione, verde, blu… si ha quasi la sensazione di sporcarsi d’inchiostro al suo tocco.
Naturalmente, a generare quello che possiamo considerare come un “fenomeno Splatoon” ha contribuito anche l’ottimo marketing finanziato da Nintendo. Infine, Splatoon è una nuova ip, fresca e colorata; giovane e che abbraccia ciò che il videogiocatore moderno esige (il gioco online) immergendolo in una vasca di freschezza quasi infantile. E, in fondo, noi videogiocatori non amiamo essere bambini, almeno per qualche ora al giorno?
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