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Dove sono finiti inSane e Six Days in Fallujah?

Per la rubrica “I predatori del gioco perduto”, questa settimana vogliamo portare alla vostra attenzione altri due titoli caduti nel cassetto dei “giochi perduti”.

Stavolta la nostra attenzione si sposta su due titoli molto controversi, entrambi uniti da due elementi in comune: entrambi i giochi cancellati nell’Agosto 2012 ed entrambi definiti “survival horror”, ma non esattamente con la medesima accezione.

I giochi in questione sono InSane, cancellato il 6 Agosto 2012, e Six days in Fallujah , cancellato poco dopo.

Cerchiamo di capire dove sono finiti inSane e Six Days in Fallujah.

InSane

 

Sviluppato da Volition Games e prodotto dalla defunta THQ, il gioco in questione avrebbe dovuto essere un survival horror parecchio disturbante, previsto per PC, Xbox 360 e PS3.

Il punto forte dello sviluppo, risiedeva nella supervisione e nella regia, diretta dal maestro Gulliermo Del Toro.
Il maestro Del Toro dichiarò: “Con questa nuova serie di videogiochi – (probabilmente questo sarebbe stato solo il primo capitolo di una lunga saga) – vogliamo portare i giocatori in posti e situazioni mai viste prima, dove ogni singola azione e decisione presa, metterà in dubbio il senso della moralità e la realtà che ci circonda. THQ e Volition sono eccitate all’idea di realizzare questa nuovo modo di concepire i videogiochi!”

Purtroppo, però, così come è successo con lo sfortunato Silent Hills di Kojima, dove Del Toro ha cercato di inserire elementi dello stesso InSane, il titolo è stato funestato da una serie di misteriose circostanze, che hanno portato all’annuncio della cancellazione del titolo il 6 Agosto 2012.

Six days in Fallujah

 

Titolo prodotto da Konami e sviluppato da Atomic Games, il gioco è stato definito dagli stessi sviluppatori un “survival horror”, ma per motivi diversi. Il gioco avrebbe avuto l’obiettivo di mostrare l’orrore della guerra, tramite situazioni reali ed estremamente cruente.

Le vicende, come suggeriscono il titolo, seguono le “avventure” del terzo battaglione della prima divisione Marines, assediati per ben sei giorni a Fallujah.

Il gioco avrebbe potuto vantare la collaborazione e la supervisione di un vero gruppo di marines di ritorno dall’Iraq, testimoni dei peggiori orrori a cui si possa assistere in una zona di guerra.
Atomic Games e Konami non stavano trascurando nessun particolare: azione tattica in stile Rainbow, estremo realismo nei combattimenti, feeling accurato con ogni bocca da fuoco, possibilità di richiamare supporti sul campo (rifornimenti e bombardamenti) e distruzione ambientale ben calibrata.

Non si conoscono i veri motivi della cancellazione del titolo, ma considerando che il gioco voleva essere una sorta di denuncia di realtà fastidiose e metodi poco ortodossi utilizzati dall’esercito americano, e a seguito anche delle enormi polemiche sollevate dai vertici militari e dal ministero della difesa americano, possiamo immaginare cosa abbia convinto Konami a fare un passo indietro.

Quando la politica e i poteri forti si mettono di traverso, risulta sempre difficile rivelare scomode verità.

Marco Battiato
Laureato in Agraria, sommelier e appassionato di videogiochi dall’età di 5 anni.
I suoi generi preferiti sono FPS, giochi di guida e action-adventure.

Marco Battiato
Laureato in Agraria, sommelier e appassionato di videogiochi dall'età di 5 anni. I suoi generi preferiti sono FPS, giochi di guida e action-adventure.

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