Premessa: ho molti dubbi su questa puntata, non tutti negativi. Nella mia testa balenano quei dubbi che ti impediscono di scrivere le prime parole di una recensione perché non sai, sinceramente, da cosa iniziare.
Posso dire, con certezza però, che si tratta di un’ennesima puntata che fa da intermedio, da preparazione, ad eventi successivi molto più importanti o almeno si spera. A differenza delle due puntate precedenti, però, questa non mi è per niente dispiaciuta.
American Horror Story: Room Service
La puntata riparte dall’ultimo personaggio lasciato in precedenza, ovvero Alex, la quale, evidentemente spossata dalla trasformazione in vampiro per mezzo della Contessa, cerca di riprendere la sua vita quotidiana nell’ospedale in cui lavora. Un vampiro che lavora in un ospedale è come offrire un posto da barista ad un ex alcolizzato… ma vabbè. Il suo paziente, il bambino affetto da polmonite, rischia di non superare la notte e le viene la brillante idea di salvarlo offrendogli parte del suo sangue, attuando quindi, la sua trasformazione.
Da qui ha inizio il bagno di sangue: il bambino, ormai “vivo e vegeto” ha bisogno di nutrirsi, provocando la morte dei suoi genitori prima e dei suoi insegnanti poi. Tutto ciò non passa inosservato ai suoi compagni di classe che, incoscienti di tutto ciò che succede e anche ingenuamente, assecondano il bagno di sangue, trasformandosi in piccoli vampiri. Piccola nota personale a proposito: potrebbe essere tranquillamente il vero inizio di The Walking Dead se si trattasse di zombie o la prossima missione di Buffy!
Iris, ormai evolutasi anch’ella in vampiro (perdonatemi la frequente ripetizione ma, se non stiamo attenti, va a finire che lo diventeremo anche noi con il proseguire delle puntate), decide di ritornare all’hotel Cortez, in una condizione di totale depressione perché, ormai, è confinata in un corpo decadente e in un’anima distrutta da tutte le delusioni ce hanno caratterizzato la sua esistenza. Come se non bastasse, alla reception, si presentato due dei più odiosi personaggi conosciuti fino ad ora, ovvero due nuovi clienti, fashion/food blogger super esigenti che, sin dall’inizio, mostrano tutto il loro astio e disprezzo nei confronti di Iris. Ritroveranno il loro non lieto fine quando, Iris, ormai stufa dei loro comportamenti, troverà il coraggio di liberarsi della sua inettitudine ed uccidere i due giovani come se quel gesto le avesse permesso la totale trasformazione.
Qui, si apre una parentesi, quella dedicata al mio personaggio preferito ma non principale, purtroppo, di AHS Hotel: Liz Taylor. Come è già successo precedentemente, parte delle puntate sono dedicate a raccontare la storia dei personaggi, del loro passato e ieri abbiamo scoperto quello della misteriosa e sempre tirata a lucido Liz. Da un passato da uomo comune e con una famiglia del tutto ordinaria, composta da una moglie sposata per apparenza e due figli trascurati, Nick Pryor riesce a sfuggire a tutta questa routine solo quando è impegnato in viaggi di lavoro. In uno di questi si trova proprio nell’Hotel Cortez, dove inizia il suo rito di trasformazione: luci soffuse, pelliccia, sottoveste e rigorosamente champagne… ed è durante questo momento che Nick non è più lui, è come una farfalla pronta a spiccare il volo, ma ancora senza quello slancio che gli permette di farlo. Ma nulla avviene per caso tra le mura del Cortez, e la Contessa appare a Nick come un qualcuno che cambierà la sua vita, come qualcuno che si prenderà cura di lui, che lo renderà finalmente quello che sogna di essere: una dea, la dea Liz Taylor.
La pseudo romance tra Lowe e Sally continua nel modo più inusuale possibile ma, al contempo, rispettando il concetto di “normalità” che regna nell’intera serie. I due finiscono a letto dopo che il detective, o meglio dire ex in quanto declassato dal suo ruolo, si ritrova a fare i conti con le conseguenze della Devil’s Night e delle oscenità commesse dinanzi ai suoi occhi durante la cena, i quali commensali erano i più famosi serial killer degli ultimi decenni.
La puntata, infine, si conclude come inizia, con Alex Lowe che, ormai nelle grinfie della Contessa, da quel momento in poi dovrà occuparsi di accudire Holden e tutti gli altri bambini che risiedono nell’hotel.
La recensione termina qui ma gli interrogativi rimangono ancora molti, ma tra questi io proporrei quello più importante: che fine ha fatto il serial killer dei 10 comandamenti? Sarà un’entità misteriosa o una persona fisica? E, in ogni caso, ha a che fare con l’hotel?

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