Se nell’ultimo articolo vi avevo lasciato con alcune considerazioni riguardo alla postazione da gamer perfetta, questa volta ho pensato di rivolgere lo sguardo e la vostra attenzione a qualcosa di meno tangibile, ovvero: l’amore ai tempi dei videogames.
Prima che qualcuno mi possa dire che non si può parlare propriamente di amore nei confronti di un personaggio frutto dell’immaginazione di qualcuno, vi fermo. So benissimo che l’amore è un’altra cosa, un sentimento più profondo di qualsiasi altro al mondo, allora, correggerò il termine in un altro che, forse, rende meglio il concetto che gironzola nella mia testa. Non chiamiamo questo concetto “amore” bensì “cotta”, come quelle adolescenziali.
Sfido chiunque di voi, uomo o donna, a dirmi che mai, ma veramente mai, in passato, abbia avuto una cotta per uno dei personaggi di qualche videogames!
Anche io (ma va?) non sono mai stata esente dal prendermi cotte per personaggi che, in realtà e purtroppo, non esistono. Potrei farvi una lista lunga kilometri e kilometri, elencando tutti i personaggi, compresi quelli delle serie tv, per i quali avevo una cotta tremenda. Ma andiamo in ordine.
L’amore ai tempi dei videogames e la mia cotta per Jin Kazama
I pomeriggi migliori della mia infanzia, ricordo di averli passati a casa di mia zia, con i miei cugini, a mangiare pane e formaggio e a giocare a Tekken 3. Sarò scontata, sarò ripetitiva e, probabilmente non sarò l’unica, ma io avevo una cotta tremenda per Jin Kazama: con quei suoi capelli acconciati in una cresta che sfidava la legge di gravità e quel tatuaggio vagamente tamarro sul braccio sinistro… niente… mi piaceva troppo!
Arrivando ai tempi più recenti, credo che la cosa sia peggiorata, probabilmente perché erano pochi i videogames a cui giocavo da piccola, che avevano esseri umani come personaggi, vedi Crash, Sonic, i Puffi ( hey, non giudicatemi, ma erano davvero forti quando scorrazzavano su quelle macchine) e altri ancora. La cosa si è estesa anche alle serie tv, ma se iniziassi a parlavi anche di loro, mi prendereste seriamente per pazza.
Una persona normale, una volta adulta, avrebbe dovuto capire che quei personaggi non esistono davvero, ma qualcuno, secondo voi, mi ha impedito di prendere una cotta per qualche protagonista dei videogames? Ovvio che no!
Ditemi, ragazze, chi di voi che ha giocato ad Uncharted, non si è innamorata del ladro più affascinante di tutti i tempi? Si, proprio lui, Nathan Drake. Barbetta, un po’ trasandato, parecchio stronzo (passatemi il termine), intelligente e avventuroso. Praticamente tutto quello che cerchiamo in un uomo!
Passiamo ad un altro videogame, Assassin’s Creed. Qui, purtroppo, non me ne bastava uno, non due, ma tre ( o forse 4), ma non è colpa mia, giuro. Al primo posto so che vi aspettate Ezio Auditore, ma non è così. Al primo posto ci sarà l’unica ragione per cui Brotherhood, non si è rivelato un totale fiasco per me, e cioè, Niccolò Machiavelli. Forse non tutti condivideranno questa cosa, ma sono sempre stata appassionata di letteratura e non potevo non prendermi una cotta per l’uomo più intelligente di tutta la Firenze rinascimentale. Non c’è una spiegazione vera e propria, ma lo trovavo dannatamente affascinante con la sua razionalità e la sua postura da “qui comando io, gente!”. Non mancano all’appello Altair e Ezio, ovviamente, ma non ditemi che non avete considerato minimamente Edward Kenway!
Ora che ho confessato tutte le mie cotte imbarazzanti per i personaggi, tocca a voi confessare le vostre, anche per farmi sentire meno sola, ve ne prego! Noi ci vediamo al prossimo capitolo!

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